Intervista a Gioacchino Rispoli
Realizzata da Mauro Agnoli con Gabrio
Secco, Matteo Sciba e Francesco Piccardo
(25-11-2006);
in questa pagina viene riportato solo un estratto dell'intervista. La versione integrale verrà
pubblicata nei siti dei rispettivi autori.
Biografia
Gioacchino
Rispoli è nato a Messina il 14 febbraio 1954; ha una sorella che
si chiama Maddalena e un fratello che si chiama Domenico. Sua mamma,
Adele, era maestra elementare; suo papà, che ora non c’è più, era un
Fisico. Ha fatto il liceo scientifico San Leone Magno a Roma e ha
conseguito la laurea in Scienze della comunicazione. Quando era
ragazzino ho vinto a livello regionale il concorso "Cento Città"
indetto dalla casa discografica RCA, con la quale ha collaborato
per qualche anno come autore di canzoni e sigle per la tv, tra cui
Piccolo Bonzo Ikkyusan e
Video Comic.
Successivamente ho aperto, in società con Giovanni Sanjust, la
Promovideo che dal 1989 ha prodotto le canzoni più famose di Mia
Martini. Di recente ho creato una nuova etichetta discografica chiamata
Orsetta TV.
Intervista
Come nasce la tua passione per la musica?
Mio
padre oltre ad essere un Fisico era anche violinista e in gioventù
suonava nelle orchestre; mi ha insegnato i rudimenti della musica.
Suoni uno strumento in particolare?
Sono
chitarrista. All’inizio ho suonato la chitarra acustica ma per poco
tempo, subito dopo sono passato a quella elettrica facendo rock anni
’70. Ho lavorato come chitarrista nel 1971 in un brano di Franco
Franchi che si chiamava L’ultimo dei belli. In quel periodo, avrò
avuto 16-17 anni, ho lavorato col maestro Willy Brezza e con Gisella
Pagano che era una soubrette dei primi anni settanta famosissima come
la Carrà, ed era la donna di Marcello Marchesi. Dopo quell’esperienza
ho fatto sempre e solo l’autore, non ho suonato mai più, anche perché
sinceramente non credo di essere un grande strumentista; come autore ho
sempre viaggiato bene, come musicista mi ritengo abbastanza mediocre…
(ride).
Quando è avvenuto il passaggio tra musicista ed autore? In che data siamo?
Siamo
nel ‘78; in quell’anno ho partecipato ad un concorso famosissimo
indetto dall’RCA che si chiamava "Cento Città"; c’erano 24 mila
partecipanti…
…era un concorso regionale; c’erano le selezioni per ogni regione…
Si.. e io ho vinto la selezione della mia regione, il Lazio, con un pezzo molto carino…
Come si chiamava ?
Nella nebbia lungo il fiume; la RCA ne pubblicò un 45 giri.
E chi cantava?
Io!
È stata un’esperienza carina; i partecipanti finali erano quelli di
ogni regione quindi pochissime persone rispetto ai 24 mila candidati;
per l’occasione ci siamo riuniti tutti quanti al Cenacolo…
ah! Il famoso Cenacolo! quindi sicuramente hai conosciuto i vari Tamborrelli, Goldsand, Perella…?
Tutti certo! Erano tutti amici e ho lavorato con loro.
Prima del ‘78 avevi già fatto l’autore?
No.
Quindi il tuo esordio artistico come autore risale al ‘78?
Si,
avevo partecipato a questo concorso, ero ragazzino. Comunque io avevo
già un’esperienza da professionista, avevo lavorato negli studi
musicali, e quindi la mia vittoria non è stata un caso: sono arrivato
in finale perché gli altri candidati erano troppo dilettanti. Il
prodotto che avevo portato al concorso era registrato benissimo, in
maniera professionale, quindi incomparabile con i pezzi degli altri.
Dopo questo 45 giri ti hanno fatto un contratto?
No,
perché sono stato io a cambiare idea. La serata finale del concorso si
è tenuta a Capri, c’era pure Lucio Dalla; sono stato invitato però non
ho cantato perché mi sono stranito… ho avuto una crisi di identità:
facevo il cantante ma non lo volevo fare; mi sono trovato a Capri per
cantare il mio pezzo, ma mi rendevo conto che non era cosa per me;
pertanto ho lasciato perdere e ho rotto tutti i contratti. Poi sono
stato un anno in meditazione e nell’80 ho conosciuto Giovanni Sanjust
che allora era direttore artistico della Ricordi e uno dei soci della
Lupus; sentii i miei prodotti e rimase favorevolmente colpito e quindi
è iniziata una collaborazione; io ero ancora molto piccolo, non facevo
parte dello staff societario della Lupus, però lavoravo lì.
Successivamente Giovanni è andato via dalla Ricordi e abbiamo messo
insieme la Promovideo che poi è la società che ha prodotto tutti questi
successi [si riferisce ai pezzi di Mia Martini, ndr].
Per quanto riguarda la Lupus, cosa hai fatto?
Ho
collaborato con Pippo Franco nel pezzo
Chì chì chì cò cò cò che è stato
un grosso successo che tutti ricordano, era bellissimo.
L’autore eri tu?
No,
non sono io; alla Lupus non ero autore di niente… assolutamente.
Ora parliamo un po’ di sigle. Chi ti ha proposto Piccolo Bonzo, Olimpio Petrossi?
Si, Olimpio Petrossi.
Come, quando e perché?
Io
avevo fatto "Cento Città", quindi mi conoscevano nell’RCA come autore,
avevo vinto le regionali e quindi mi apprezzavano; siccome non volevo
più fare il cantante ma l’autore ogni tanto portavo qualche brano;
Olimpio mi conosceva, e mi ha proposto diverse sigle da fare…
Quali erano?
Mi diedero cinque sigle; mi ricordo sicuramente una che si chiamava
Ultralion.
Forse c’era anche Mr. Baseball ?
Anche,
si… tutti i provini sono conservati da Roberto Coccia. Le sigle però
non sono passate; scelsero solo il
Piccolo Bonzo forse perché era
venuta meglio a livello di registrazione e voce, però anche le altre
erano carine.
Di queste cinque tu hai fatto completamente Ikkusan Piccolo Bonzo. E le altre chi le ha fatte?
Le altre vennero fatte quasi tutte da Roberto che in quegli anni collaborava con me.
Ultralion l’ha fatta Roberto?
Si,
si… però lavoravamo sempre insieme, sicuramente lui è quello che per
tutte le sigle ha messo la mano più pesante. Casualmente ho fatto io il
Piccolo Bonzo perché mi è venuto di getto, testo e musica insieme.
In quanto tempo l’hai fatta?
L’ho composta in tre ore, è stata una cosa leggera…
Ti ricordi l’anno?
‘82.
Ma che tipo di informazioni avevi per realizzare le sigle?
Mi hanno dato una cassetta con una puntata e con la sigla originale giapponese che era inascoltabile.
In alcuni casi, altri autori ci hanno detto che all’epoca andavano
all’RCA dove proiettavano su uno schermo qualche pezzo del cartone…
No,
a me avevano dato una VHS; mi ricordo perfettamente la sigla giapponese
(ride)… loro hanno queste musiche così… come si può dire?… un po’
militari, trionfalistiche…
Sapevi che l’avrebbero cantata delle bambine?
Si,
lo sapevo ed ero molto preoccupato, perché la successione delle note
nella strofa è molto ravvicinata per cui è difficile che un bambino,
che non è molto ben allenato, riesca a fare quella successione senza
perdere l’intonazione… la perde quasi sempre. Quindi io non credevo,
onestamente, che dei bambini potessero cantare bene questo pezzo e
invece mi sono completamente sbagliato; evidentemente chi li ha diretti
è molto molto brava e i ragazzini soprattutto, perché ha scelto dei
bambini con del ritmo musicale ….
Mitzi coordinava il gruppo, poi c’era anche Silvano D’Auria, il loro produttore musicale che tu dovresti conoscere…
Si…
Ma tu non hai partecipato alla registrazione?
No.
Quindi non sai chi ha suonato? Non avete mandato voi la base?
No; io ho mandato il provino dove c’erano tutte le indicazioni anche sugli arrangiamenti strumentali che erano di Roberto.
Quali strumenti sono stati usati per il provino?
C’era
la chitarra che suonavo io, qualche tastiera, il tamburello che faceva
la pausa che poi è presente anche nel disco. Questa pausa determina,
secondo me, il successo del pezzo.
Dicevi che Roberto ha curato gli arrangiamenti e poi la sigla è stata incisa seguendo le indicazioni?
Si,
perfettamente; infatti quando sentirete il provino, vi renderete conto
che le parti musicali sono quelle… insomma non ci sono stati grandi
interventi.
E quando è stata incisa?
E’ uscita subito dopo che ho dato il provino, quindi nell’82.
Però il cartone è stato trasmesso due anni dopo; forse davano precedenza ad altre trasmissioni…
Questo
me lo ricordo; infatti dopo che il pezzo fu registrato dalla Mele Verdi
non ho più saputo niente. In realtà non è che me ne sia preoccupato più
di tanto.. evidentemente non riusciva ad andare in onda il cartone.
Era un po’ un cartone di seconda fila rispetto agli altri…
Esatto.
Non era un cartone violento; allora andavano molto certe cose come
Mazinga e invece questo cartone era così delicato, con questo piccolo
bonzetto che faceva del bene…
E quando poi è uscito te ne sei accorto, te lo hanno detto? Lo hai mai visto in televisione?
Ho saputo che andava su Telemontecarlo, ma l’ho visto per caso dopo tantissimi anni in un altro canale privato.
Con quale musica sei cresciuto e cosa ti può aver ispirato nelle musiche che hai scritto?
Io
sono cresciuto con il rock degli anni ’70, quindi quello detto
sinfonico che è la musica che preferisco; poi mio padre è sempre stato
un violinista classico, e probabilmente ho assorbito tanto da quel
mondo che mi è venuto naturale scrivere delle cose di carattere
classicheggiante.
La tua migliore qualità e il tuo peggior difetto
La
qualità professionale è l’orecchio musicale; negli anni ho avuto modo
di calibrarlo e in situazioni estremamente difficili ho sempre avuto
ragione io. Una di quelle è stata quando ho registrato la colonna
sonora del film di Inzani, La donna del treno, dove dicevano che la
partitura dei violini era sbagliata e invece non era vero. A livello
umano, una mia qualità è che tengo troppo agli animali, furetti, gatti,
cani, per i quali perdo metà della vita: proprio in questi giorni ho
fatto operare un furetto e oramai non dormo più perché ho troppi
animali di cui occuparmi. Ho un grosso difetto che mi ha comportato
molti problemi nella vita: solitamente non mi arrabbio mai, però quando
mi capita, divento particolarmente aggressivo e pericoloso (ride); le
persone non si aspettano che mi arrabbio, e quindi quando succede è
talmente shoccante che si rompono le amicizie e poi è difficile
riconciliarsi.
NOTA.
Nel 2011 il sito Siglandia.net ha prodotto un 45 giri promozionale con
Ikkyusan il piccolo bonzo (sul lato A) e Ugo il re del judo (sul lato
B).