Intervista a Melody Castellari


Realizzata da Mauro Agnoli con la collaborazione di Gabrio Secco e
Matteo Sciba (16-12-2006), pubblicata per la prima volta sul sito  Tivulandia.




Biografia

Sono nata a Bologna il 10 giugno 1975. Sono figlia unica. Mio padre è Corrado Castellari, mia madre Norina (detta Liana) Piras. Per i primi anni ho vissuto a Milano dove ho frequentato le scuole elementari fino a sei anni e mezzo, sette. Poi ci siamo trasferiti nell’Oltrepò Pavese, dove ho finito le scuole dell’obbligo e ho fatto il liceo linguistico. Contemporaneamente agli studi ho studiato canto, strumenti e musica. Attorno ai quindici anni ho cominciato a lavorare nell’ambiente della musica dance. Ho fatto un paio d’anni di Università alla Facoltà di Lettere moderne, indirizzo Storia e critica del cinema. Poi ho abbandonato per proseguire sulla strada della carriera musicale.

Intervista

Come sei entrata ne Le Mele Verdi di Mitzi Amoroso?
Avevo quattro anni. Sono entrata quasi inevitabilmente nel gruppo, visto che mio padre era l’autore della maggior parte della canzoni delle Mele Verdi. E’ cominciato assolutamente in maniera giocosa, portandomi in studio, “Guarda tutte queste bambine che cantano, vuoi cantare anche tu?”, “Sì!”. E quindi prontamente sono stata inserita nell’organico delle Mele Verdi.

Era l’80 più o meno?
Sì, sì… poi ho abbandonato Le Mele Verdi a sei anni e mezzo, sette, quando ci siamo trasferiti.

A quali canzoni hai partecipato?
Ho ricordi abbastanza vaghi, essendo stata molto piccola; ricordo sicuramente La banda dei ranocchi, Ippo Tommaso, Belfy e Lillibit, Gli gnomi delle montagne, Lo scoiattolo Banner, che deve essere stata una delle ultime sigle alle quali ho partecipato. Ricordo anche le altre sigle, per quanto probabilmente non abbia contribuito, perché, scrivendole mio padre, ascoltavo dopo la versione definitiva.

Pat, la ragazza del baseball ?
Me la ricordo, ma non sono sicura di essere stata nel coro...

Spazio 12 ?
Credo proprio di sì, perché era quella canzone che ha partecipato all’Ambrogino d’oro. Visto poi che mio padre aveva scritto diverse cose per l’Ambrogino e io sempre avevo partecipato alle realizzazioni...

E sei anche andata all’Ambrogino a cantare con Le Mele Verdi?
No, non credo proprio.

Africa bambina ?
No, questa no.

Ne La mela verde c'eri?
Ehhh, lo sai te? Non mi ricordo. I ricordi che ho sono molto giocosi, molto infantili… io mi ricordo i costumi negli spettacoli soprattutto!

Hai partecipato anche agli spettacoli?
Io facevo soprattutto gli spettacoli. E poi le registrazioni, che però per me erano quasi una cosa normale, perché sin da piccolissima mio padre mi ha sempre portata in studio. Per cui, per me, la novità e il gioco, più che le registrazioni, erano proprio gli spettacolini. Tra l’altro mia mamma realizzò i costumi per gli spettacoli, nel periodo in cui facevo parte delle Mele Verdi.

Gli spettacoli erano "Fichi e Fantasia" e "Melomania"?
"Fichi e Fantasia" sicuramente sì, perché scenografia e costumi erano della mia mamma. Forse "Melomania" no.

Tua mamma cosa ha fatto per Le Mele Verdi, a parte i costumi?
Beh, mia madre è una corista, è stata corista nei musical per tanti anni, quindi una professionista. Ha una voce molto duttile quindi molte volte riusciva a integrarsi con le voci dei bambini per guidarle. Non è facile far incidere dei bambini… Tra l’altro, quanti eravamo? Saremmo stati almeno una ventina di bimbi. All’epoca incidere era un lavoraccio, perché non c’erano i mezzi tecnologici di oggi, quindi, sai, dovevi riprendere le varie parti. Venti bimbi che cantavano, era pesante, quindi mia madre ogni tanto...



Voi cantavate le parti separate ovviamente?
Le parti soliste erano ovviamente separate, le parti corali no, erano tutti insieme.

Ma tutti insieme facevate la stessa voce?
Credo di sì, ma non ricordo perfettamente. Credo che sovrapponessimo poi. Registrare già in armonizzazione a cinque voci era un po’ pretenzioso...

Che ricordi hai delle Mele Verdi e di ciascun protagonista, a partire da Mitzi Amoroso?
Ricordo Mitzi, e anche bene, perché era un po’ il ‘generale’ che guidava le ragazzine e i ragazzini. Devo dire che mi ricordo soprattutto le bimbe. Mi ricordo Paolo, suo figlio, naturalmente. Capitava che frequentassi casa di Mitzi, al di là degli impegni con le Mele Verdi, perché mio padre e lei naturalmente si incontravano per lavorare sui pezzi.

Ti ricordi di Andrea?
Sì, Andrea era uno dei più grandi!

E Stefania Bruno?
Me la ricordo benissimo perché era molto più grande di me, e, a quella età lì, io, piccolina, l’avevo un po’ presa come un mito; mi piaceva proprio lei, come cantava, come si presentava, era già un donnino e mi affascinava molto.

Sei rimasta in contatto con Stefania Bruno?
No, con nessuno purtroppo.

Ti ricordi di Barbara Vai, Silvia Congiu e Alessandra Maldifassi?
Barbara no, Silvia solo di nome, Alessandra credo fosse arrivata dopo di me, ne stavo parlando giusto con Stefania Mantelli...

Sara Cavaliere? Ha cantato Gli gnomi delle montagne.
Sì, sì, me la ricordo. Io lego molto il cantante con la sua canzone. C’era ad esempio una Cinzia che cantava Belfy e Lillibit nelle rappresentazioni teatrali. Erano un maschio e una femmina che cantavano questa canzone vestiti da follettini.

Monica Pillolli? Era una bambina bionda, piccola piccola.
Ah, sì, sì che me la ricordo, assolutamente! Era più piccola di me, una sorta di mascotte, faceva quelle parti negli spettacoli dove sbucava fuori ad un certo punto e il pubblico andava in delirio…. geniale!

Ti ricordi di Silvano D’Auria? Era un po’ il manager della situazione, si occupava degli arrangiamenti con tuo papà.
Ricordo solo il nome, ma non lo ricordo di viso.

Hai mai partecipato agli spettacoli televisivi?
Non credo, non penso proprio.

Che tipo di rapporto c’era tra voi Mele Verdi? Non eravate amici in senso stretto?
Nel periodo di "Fichi e Fantasia" ero effettivamente amica di una mia compagna delle elementari che ha fatto parte per un pochino delle Mele Verdi. Si chiamava Valentina Casale, mia coetanea, morettina, eravamo sempre messe vicine negli spettacoli, perché uguali di statura. Con le altre il rapporto era diverso: le più grandi coccolavano le più piccoline, quelle appena più grandi invece molte volte le snobbavano. Insomma, sono quei comportamenti naturali dei bambini… però in linea di massima mi divertivo.

Per te cosa ha significato far parte de Le Mele Verdi? E’ un ricordo importante nella tua vita o secondario?
Sì, importante, anche perché io non ho altri particolari ricordi di quel periodo. Essendo stata un’esperienza che si è protratta per un certo periodo, e comunque anomala per un bimbo, sicuramente mi è rimasta impressa parecchio.

Quando eri piccola, i tuoi compagni delle elementari hanno scoperto che cantavi le sigle dei cartoni?
Credo di no. Forse mi vergognano un po’, perché ero di una timidezza allucinante. Non che mi vergognassi di ciò che facevo, anzi era un vanto! Me la menavo un sacco e quindi credo di non averlo neanche mai detto all’epoca.

Quando i tuoi amici scoprono ora che hai cantato queste sigle, cosa succede?
Scatta immediatamente il delirio! Io divento automaticamente l’idolo incontrastato delle folle. Anche perché le sigle delle Mele Verdi sono ricordate da tutti. Quella che resta più impressa è La banda dei ranocchi, soprattutto per quell’ "Occhio all’occhio del ranocchio". Lo ho constatato almeno tra i miei conoscenti.

Cartoni animati preferiti?
Amavo particolarmente i robot, mi piacevano un sacco Jeeg Robot uomo d’acciaio e Daitarn III. Anche Atlas Ufo Robot, ma un po’ di meno. E poi tutti i cartoni della pallavolo, Mimì ecc..

Com’è proseguita la tua carriera? Cosa fai oggi?
Continuo a fare musica, faccio la cantante e la produttrice. Tutt’ora produco e interpreto canzoni dance per varie etichette discografiche, canzoni che vengono suonate ed entrano in compilation un po’ in tutto il mondo. Alcune sono molto famose, anche se, in realtà, io presto solo la voce, per cui nessuno sa che sono io....

Facendo qualche nome?
Tra le più celebri degli anni 2000, se siete frequentatori delle discoteche (io non lo sono)… nel 2001 sono usciti due dischi, in particolare Lady Violet - Inside to outside, che era cantato da me, e D.E.A.R. - Talk to me, che sono stati due bei successi.

Non usi neanche uno pseudonimo? Ogni volta presti la voce a qualcuno...
Sì, sì, perché ho altre mire… Io faccio rock con una band. Quella è la mia aspirazione finale...

I Melody Squad?
I Melody Squad! Abbiamo fatto un EP, Big Bag, stiamo lavorando al un disco nuovo e stiamo cercando di buttarci sul mercato internazionale, perché comunque il nostro genere è molto ‘english’ e quindi in Italia non è particolarmente accolto dalle case discografiche. Tra l’altro i testi delle nostre canzoni sono in inglese quindi dobbiamo andare fuori per forza.

Chi sono i componenti dei Melody Squad?
Alla chitarra Antonello Saviozzi, al basso Mattia Bigi, alla batteria Rolando Cappanera, tutti musicisti promettenti...

Le canzoni dei Melody Squad da chi sono scritte?
Da me e anche da mio padre… Si collabora molto perché lui fortunatamente non è rimasto agli anni ‘20, come molti autori. E’ aggiornatissimo e modernissimo. Nel 2003, tra le altre cose, sono stata protagonista del musical I Dieci Comandamenti, nel ruolo di Nefertari, ed è stata una gran bella esperienza...

Dove?
Abbiamo girato un po’: siamo stati un mese al Mazda Palace a Milano, due mesi a Roma al Gran Teatro e poi abbiamo fatto tutta la tournée estiva in giro per l’Italia da Parma al Palacassa, alla Sicilia nei teatri all’aperto… molto bello!

Che musica ascolti e quali sono gli artisti di riferimento?
Attualmente ascolto poca musica italiana. Tra i pochi, Daniele Silvestri è uno dei pochi cantautori che mi piacciono molto, e poi Conte, intoccabile assolutamente… Non seguo molto la musica nuova italiana. Tra i gruppi preferiti ci sono gli Skunk Anansie, purtroppo ormai sciolti, però resta Skin, anche se ultimamente si è un po’ ammollata, e i Red Hot Chili Peppers.

Migliore qualità e peggior difetto di Melody Castellari ?
Migliore qualità credo la pazienza, per lo meno è quanto dicono gli altri. E il peggior difetto, boh, né ho… quando lavoro sono un po’ naif, un po’ ingenuotta, o comunque, tendevo ad esserlo soprattutto nei rapporti con gli altri, tendevo a fidarmi un po’ troppo. Ultimamente però sto correggendo il tiro.


Nota

Corrado Castellari e la figlia Melody si sono esibiti con una fantastica interpretazione acustica de La banda dei ranocchi sul palco del Cartoon Village 2010, ad Abbadia San Salvatore (Siena) [video]. Inoltre hanno partecipato al concerto "DAI BARBAPAPA' A MADEMOISELLE ANNE" (Lucca, 3-11-2012) organizzato dallo staff di RadioAnimati per il Festival di Lucca Comics & Games 2012; in questa occasione le Mele Verdi Melody, Annalisa Imbemba, Stefania Bruno, Stefania Mantelli e Cristina Paiocchi hanno ripercorso i brani più significativi del loro repertorio musicale, accompagnate da Corrado (voce e chitarra), dal Coro Arcobaleno di Cristina Torselli e dalla band "La Mente di Tetsuya" insieme ai "Seven Nippon". Tra gli ospiti c'era anche Mitzi Amoroso [video]. Il concerto è stato trasmesso in radio da RadioAnimati e in televisione dalle emittenti del programma "80Nostalgia".