Intervista a Silvano D'Auria
Realizzata da Mauro Agnoli con la collaborzione di Marco
Auditore e Marco Nacci,
il 28 gennaio 1997, pubblicata per la prima
volta sul sito Tivulandia.
Biografia
Sono
nato ad Ascoli Piceno il 22-11-1944. Mio padre è morto nel 1983, mia
madre, Nilde, ha esercitato
per lungo tempo la professione di maestra. Ho due fratelli: Sandro,
architetto, e Sergio, titolare di un’azienda grafica ma anch’egli
musicista. Sposato, separato da qualche anno, vivo con una nuova
compagna e ho due figli: Massimiliano e Fabrizio. La mia compagna,
vedova, ha un figlio, Davide. Geometra, non ho mai usufruito del mio
diploma poiché, dopo gli studi, mi sono messo immediatamente al
servizio della musica. Il ricordo che mi lega maggiormente alla
gioventù riguarda la
musica, intesa come piacere di suonare e, conseguentemente, il clima
che viveva il gruppo musicale nel quale suonavo da ragazzo. Da giovane
iniziai a suonare con un gruppo di amici
in numerosi luoghi di villeggiatura, specialmente a S. Martino di
Castrozza e Taormina. Conobbi così qualche personaggio all’interno
dell’RCA, proponendo qualche pezzo da me composto. E’ in questa
occasione che prese il via la collaborazione con Mario Vicari. Il mio
primo lavoro fu con l’allora Richard Cocciante. Il mio lavoro all’RCA
iniziò nel 1972 con Mario Vicari
appunto. Sarei rimasto a Roma fino al 1977 dove collaborai inizialmente
con Cocciante e Piero Santi, un cantautore livornese. Mi occupai della
produzione dei pezzi dell’RCA dal 1972 al 1977. Composi anche alcune
colonne sonore per film. Nel 1977 passai alla Numero Uno, a Milano,
dove spicca il lavoro con Mango. Dopo la parentesi milanese ritornai
all’RCA dove proseguii la mia attività fino al 1987. In quell'anno
dovetti ripartire da zero e dimenticare tutto quello che avevo fatto
prima: non fu facile. Decisi di provare col settore pubblicitario, ce
l'ho fatta ed ormai sono molti anni che ci lavoro.
Intervista
Mi parli della realizzazione delle sigle televisive a cui lei ha partecipato.
Mi ricordo innanzitutto che ci divertivamo molto. Lavoravo con Corrado
Castellari. Nella realizzazione delle sigle cercavamo di curare la
melodia aggiungendovi, se possibile, un tocco di classe. La canzone
nasceva così: ci telefonavano, ci spiegavano la storia a grandi linee,
poi Corrado faceva la musica, si studiava insieme l’arrangiamento senza
troppa programmazione. Mitzi Amoroso faceva i testi. Io ero il
responsabile di realizzazione per l’RCA e il mio compito era quello di
dare al prodotto una veste decente. Mitzi Amoroso l’ho conosciuta a
Roma, me l’ha presentata Mario Cantini. Mitzi è una persona un po’
particolare, da prendere a piccole dosi.
Sa come è nato il gruppo delle Mele Verdi?
Mitzi Amoroso aveva una scuola di musica con un coro di bambini che si
esibivano anche in teatri e scuole. Il concetto era quello di una
cantante bambina, acerba, una mela verde appunto che poi, diventata
signorina, sarebbe stata sostituita da un’altra cantante. Un’altra mela
verde. Un’idea commercialmente buona. In effetti era un gruppo molto
più moderno rispetto, per esempio, allo Zecchino d’Oro. Se avessero
avuto uno sponsor valido ora le Mele Verdi sarebbero ancora sulla breccia. Sicuramente.
Del bambino che cantava ha qualche ricordo?
Certamente. Si tratta di Paolino, un bambino che già a sei
anni aveva un grandissimo talento. Era inoltre l’unico maschio del
gruppo. Adesso fa l’Università ma realizza jingle pubblicitari. E'
stato anche a scuola da Tullio De Piscopo per imparare a suonare la
batteria.
Sa se il gruppo delle Mele Verdi sia mai stato in televisione?
Sì, ad una trasmissione di Mike Bongiorno, tra l’altro seccatissimo
perché temeva l’imprevedibilità di un gruppo di cantanti bambini. Alla
fine ne fu entusiasta…
Che cosa sa dirmi di Corrado Castellari?
E’ una persona deliziosa. Corrado nasce come cantautore, purtroppo non
è riuscito a imporsi nonostante avesse ottime qualità. L’ho conosciuto
a Milano nel 1977. Fu allora che misi insieme Mitzi e Corrado. Io ero
una sorta di capo-progetto.
Sa se ne' La tartaruga di Lauzi c’erano le Mele Verdi?
No, non credo.
Ha avuto difficoltà a lavorare con dei bambini?
Cercavo di fare una cosa per volta. Prima i bambini cantavano un coro
con un supporto musicale che li aiutasse. Poi ripetevo l’esperimento
con sonorità diverse. Alla fine assemblavo il tutto. Loro impazzivano…
Ci dica qualcosa delle sigle. Ricordo benissimo
La banda dei ranocchi,
una canzone davvero carina, l’abbiamo fatta al Capolinea di Milano. Il
Capolinea era uno studio che si chiamava così proprio perché vi si
trovava il capolinea della linea degli autobus.
La banda dei ranocchi
fu anche la prima che incidemmo. C’era Gianni Prudente a fare il
fonico. Di
Ippotommaso ricordo che era lunghissimo! Un sacco di
episodi, credo di non averne visto neppure uno. Barracuda, uno degli
autori che compare nel disco, era probabilmente uno pseudonimo di
Castellari. I due pezzi maggiormente curati furono
Belfy e Lillibit e
Gli gnomi delle montagne, la realizzazione fu decisamente meno
spartana. La voce adulta che si sente in queste due canzoni è quella di
Corrado Castellari che, comunque, faceva anche il gracidio delle rane
ne'
La banda dei ranocchi. Di
Pat, la ragazza del baseball e
Lo
scoiattolo Banner posso dirti che le abbiamo fatte noi ma niente di
più, non mi ricordo. Lo stesso dicasi per
Mademoiselle Anne, del 1984,
dove ho, comunque, partecipato di sicuro: uno degli autori del pezzo,
Massimo Spinosa, appassionato di elettronica, divenne collaboratore di
Mitzi anche al di fuori dell’RCA mentre Pozzoli era un cantante che
ancora oggi fa i cori. Di
Sandybelle invece ti posso dire che la Steffy che compare come cantante
assieme alle Mele verdi era Stefania (Bruno, nda), una ragazza che
aveva fatto parte lei stessa delle Mele Verdi ma che nel frattempo era
cresciuta.
Di Ikkyusan, il piccolo bonzo cosa ricorda?
Sinceramente non so cosa dire… L’autrice è sempre Mitzi, forse il disco è uscito…
E di Angie girl cantata da Kelly & Kelly?
Era uno solo, un solo Kelly, insomma. Era un bassista di un gruppo di
Ascoli Piceno. Lo chiamai perché eravamo legati da uno strano cavillo
contrattuale. Mi sembrava adatto per quella voce carina e del tutto
particolare.
La sigla di Rin Tin Tin?
Onestamente non ho alcun ricordo che mi leghi a questo pezzo…
Silvano D’Auria: il suo miglior pregio e il suo peggior difetto.
Il difetto: forse il fatto di essere molto vendicativo. La qualità non
saprei, magari in passato faticavo molto a riconoscere i miei errori,
oggi ci riesco. In questo modo riesco a volermi bene.
Un ricordo dei colleghi con i quali ha lavorato?
Ricordo con piacere le epiche partite di calcetto di Tor Lupara, dove
si trova la casa di Gianni Morandi, grande appassionato di calcio. Con
lui, Mogol e altri è sorta la Nazionale Cantanti, che ho visto nascere
praticamente nei miei studi. E’ una cosa che ricordo molto volentieri
perché questi dalle partite per beneficenza che fanno non traggono una
lira, lo fanno solo per puro divertimento.